Lomo, non pensare, scatta!


Da L'Arena di Verona

Estate 1992. Il muro di Berlino è da poco caduto e l’est europeo diviene una delle mete preferite per le vacanze (very) low cost di migliaia di studenti. Una città più delle altre, Praga, si ritrova improvvisamente invasa da schiere di giovani provenienti da ogni parte del mondo, affascinati dal suo splendore artistico, dalla birra a poche corone, dalle bionde con gli occhi azzurri e dai numerosi mercatini delle pulci.
Proprio in un mercatino delle pulci, due studenti viennesi, Matthias Fiegl e Wolfgang Stranzinger, sono alla ricerca del più usato ed abusato tra gli strumenti di sopravvivenza del giovane vacanziere: una macchina fotografica. I soldi non sono molti e vanno inevitabilmente centellinati per la birra a poche corone, meglio se da offrire ad una qualche qualche bionda con gli occhi azzurri. Per questo i due giovani decidono di acquistare le più economiche tra le macchine fotografiche che il mercatino potesse offrire. La loro attenzione viene catturata dalle Lomo, macchine di fabbricazione russa, poco più robuste di un giocattolo e apparentemente non più performanti di una semplice usa e getta.
L’estate del 1992 giunge così al suo termine, Fiegl e Stranzinger procedono con lo sviluppo delle centinaia di scatti testimoni della loro vacanza. Ma da semplici testimoni di un’estate le fotografie scattate dalle Lomo divengono portatrici della riscoperta di una delle più affascinanti macchine fotografiche della storia. I due studenti iniziano così la loro irrefrenabile ricerca di nuove Lomo, riuscendo a coinvolgere un numero sempre maggiore di persone alla passione per quelle foto incredibilmente sature e quasi inspiegabilmente racchiuse in un surreale effetto di vignettatura che solo la Lomo sembra poter offrire. In poco tempo i due sono sommersi dalle richieste. Due mostre, una a New York, l’altra a Mosca, amplificano ancor di più il fenomeno della Lomo tanto che gli ormai ex studenti viennesi decidono di tramutare la loro nuova passione in un vero e proprio lavoro con la fondazione della Lomographic Society. Nel 1996, l’allora sindaco di San Pietroburgo Vladimir Putin stringe un accordo con Fiegl e Stranzinger per la distribuzione esclusiva della LC-A, la più diffusa Lomo al mondo.
Sono passati più di quindici anni dalla scoperta della Lomo e la passione di un paio di studenti austriaci ha saputo tramutarsi in un azienda con più di 10 milioni di dollari di fatturato e, soprattutto, su di una comunità di utenti in continua espansione ormai prossima alle 250.000 unità. Ed è proprio questo ciò che stupisce nella rinascita della Lomo, una macchina fotografica analogica, anzi, analogicissima, capace di catturare l’attenzione di molti in un epoca in cui la vita comune appare sempre più rivoluzionata dal digitale. Perchè la lomografia rappresenta probabilmente qualcosa di più di una semplice fotografia, rappresenta piuttosto una sorta di avversione per il perseguimento della perfezione tecnica, la riscoperta di quell’inconsapevole piacere dato dal, come recita il suo slogan, “non pensare, scatta!”.

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