E quello di Chewbecca?
Il Mostro di Firenze
Man On Wire
At least is beats the crap out of Batman Forever
Anche a Key of Awesome sono d'accordo con me ed affido alla loro genialità il compito di spiegarvi perchè.
Pubblicità progresso
È un inverno gelido, il mare è increspato da onde color del piombo, i gabbianivolano sopra i pescherecci di ritorno, mancano pochi giorni al 31 dicembre. Gli ispettori del XX distretto sono alle prese con un triplice omicidio consumato nella periferia di una città portuale, crocevia tra Est eOvest: i corpi di tre ragazze sono stati trovati fra le tombe di un cimitero dimenticato tra le case popolari e una rimessa di autobus. La squadra del commissario Orlando si mette sulle tracce del serial killer. Ma niente è ciò che sembra, e dalle nebbie criminali della città emerge una rete di connivenze insospettabili.Un romanzo dalle atmosfere crepuscolari e inquietanti in cui gli esseri umani si dibattono nelle trame dell’esistenza. Sotto gli occhi indecifrabili dei cani, con i quali condividono sicurezze e frustrazioni di una vita alla catena.
Dawn of the robots
Moonbase Alpha, we have a problem!
So it's really high time that the cheesiest, strangest, most metaphysical space opera of them all returned: Space: 1999!
Something Something Something DarkSide
"Why you stuck-up, half-witted, scruffy-looking nerf herder!""You can't use that word! Only we can use that word!"
When it comes to bullshit...
Religion easily has the greatest bullshit story ever told. Think about it. Religion has actually convinced people that there's an invisible man living in the sky who watches everything you do, every minute of every day. And the invisible man has a special list of ten things he does not want you to do. And if you do any of these ten things, he has a special place, full of fire and smoke and burning and torture and anguish, where he will send you to live and suffer and burn and choke and scream and cry forever and ever 'til the end of time.But He loves you. He loves you, and He needs money! He always needs money!
Zombies do not eat candies
Tv Party presenta: Psychoville
A me l'umorismo inglese mica fa ridere.
Tv Party!
I 20 film preferiti di un mento sporgente
Paura eh...
Da L'Arena di Verona
La faccia nascosta della luna
Cantanti, rockstars, attori, registi. Qual’è l’abitudine più comune del pubblico nel giudicare tali categorie di persone? Ce li immaginiamo eterei, intoccabili, inavvicinabili, quasi come fossero abitanti di un altro pianeta, o perchè no, della luna.
Ma i Pink Floyd ci hanno insegnato che esiste un altra faccia della luna, un luogo in cui, come descriveva Ariosto nel suo “Orlando Furioso”, sono destinate le menti, le certezze e le concretezze di chi, nella terra, ha perso la ragione.
Proprio in questo luogo, in questo lato oscuro della luna, sembrano molte le star del cinema e della musica a reclamare cittadinanza.
Parla proprio di loro il nuovo libro di Carlo Lucarelli “La faccia nascosta della luna. Storie di delitti e misteri tra musica, cinema e dintorni”. Un libro in cui il noto giallista emiliano racconta le storie di quegli angeli caduti, quelle star, che sono state viste implicate in casi di omicidi, suicidi, sparizioni, guai giudiziari e molti altri casi incredibili che rimangono semplicemente misteriosi. A volte vittime, a volte carnefici, direttamente coinvolti o indirettamente responsabili, le celebrità protagoniste di casi di cronaca sono state molte e diverse tra loro.
Perchè qualcuno sostiene che Marilyn è ancora viva?
Perchè Jimi Hendrix e tanti altri sono morti a ventisette anni? Verrà mai risolta l’ossessione chiamata Dalia Nera? Luigi Tenco, suicidio od omicidio? Il rock è veramente la musica del demonio?
Trentanove storie, trentanove casi, contraddistinti dall’apparente impossibilità di tessere un filo comune che possa erigersi ad unico comune denominatore.
Forse è proprio quell’altra faccia della luna la base di queste storie.
Lucarelli, con la straordinaria forza narrativa che ne ha da sempre contraddistinto la scrittura, riesce ad immaginare un territorio comune, una sorta di non luogo, dove la metà più oscura di ogni artista riesce con forza a prevalere sulla ragione e sulla coscienza.
Il lettore, allo stesso tempo spettatore, ascoltatore e fan, non può che sentirsi catturato da questi racconti che riescono nel tentativo di sviluppare una sorta di empatia nei confronti degli angeli caduti del mondo dello spettacolo.
Forse perchè è proprio l’errore, il dramma ed il peccato a farceli sentire vicini, privandoli di quel senso di intoccabilità che li ha da sempre caratterizzati e facendoceli sentire umani.
Terribilmente umani.
You are Number Six
Via /Film
TBFCAP aka The Big Fuckin' Chainsaw Arm Post
Stilt è in costruzione
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So you had better do as you are told you better listen to the radio
Intervista a Gipi
Secondo molti, il miglior romanzo pubblicato in Italia nell’anno appena finito è un fumetto, per giunta e per esplicita ammissione dell’autore, disegnato male.
“LMVDM - La mia vita disegnata male” (Coconino Press) è il racconto, a tratti confuso e logorroico ma non per questo meno efficace ed appassionante, di una vita, quella del suo autore: Gipi (Gianni Pacinotti), globalmente riconosciuto come uno dei più talentuosi fumettisti del mondo. Il Wall Street Journal ha scritto che Gipi “non ha rivali nella raffigurazione delle pose e delle svogliatezze dell’adolescenza” e l’ha inserito nella lista dei più talentuosi autori di graphic novels d’Europa.
Un testo così autobiografico come LMVDM nasce per soddisfare un bisogno personale dell’autore?E’ riuscito ad adempire a tale compito?
Non so ancora se scrivere LMVDM è servito a qualcosa, a livello intimo e personale. Certo è che una speranza di guarigione c'era ed in questo caso “guarigione” si accosta a "comprensione". Comprensione dell'origine dei miei sfaceli sentimentali, di quella che dall'esterno (e pure dall'interno quando sono triste) può apparire come una vera e propria incapacità di amare, una coazione a ripetere atteggiamenti distruttivi nei rapporti amorosi.
E' questo il motivo, o almeno uno dei motivi principali, per cui ho lavorato a questo libro. Capire l'origine dei disastri perpetrati nella mia vita piccola e sperare, così, di non trovarmi a ripeterli.
I ricordi, come quelli a cui ti sei affidato per la stesura di LMVDM, possono vivere in bilico tra realtà è immaginario. Quanto è “vero” un ricordo?
Non ho sufficiente fiducia nella mia capacità di percepire le cose e ricordarle, per affermare che un ricordo "è vero".
La mia percezione dell'esistenza è sempre talmente frammentata e fragile, da scivolare facilmente nell'irreale. Alla fine, però, sono quasi giunto alla conclusione che irrealtà, invenzione e percezioni errate siano "reali" o addirittura "vere".
Ho sempre una smania di traduzione di vita nella scrittura. Ora ho l'impressione che riesca ad avvicinarmi alla realizzazione di questo intento solo abbandonandomi al caos e all'imprecisione, perchè questo caos e questa imprecisione mi sembrano parte integrante dell'esistenza.
Se non "mi perdessi", se non fossi confuso, nel raccontare, non credo che trasmetterei quel senso di indefinibilità che per me è una delle basi dell'esperienza di stare al mondo.
Proprio parlando di questo tuo “perderti”, LMVDM sembra una perfetta commistione tra un’inarrestabile flusso di coscienza ed una metodica ed attenta costruzione di una storia.
E' il flusso di coscienza di una persona che fa un mestiere che impone il controllo sulla struttura.
Quindi è una commistione tra abbandono e controllo.
Nello scrivere cerco di privilegiare l'abbandono, l'istinto ed anche l'incoscienza, ma rimane comunque sempre vigile una specie di commissario che sorveglia quello che faccio e mi parla. Mi impone spesso dei freni e delle regole, in modo che, comunque e per quanto folle, la narrazione possa risultare comprensibile.
E' una dualità che fa parte del mio carattere, immagino. Una lotta tra la voglia di scompigliare ogni regola e un desiderio di pace e normalità.
Le pagine di LMVDM sono state tutte improvvisate ma tra una sessione di lavoro e l'altra, i dubbi e le paure di non risultare comprensibile lavoravano segretamente, indirizzando l'improvvisazione su un percorso che mantenesse un senso.
Credo che sia un processo simile a quello messo in atto da chi suona jazz. Si improvvisa, ci si abbandona, si, ma si resta su una progressione di accordi condivisa. Comprensibile.
In Italia è molto semplice salire sul carrozzone dei vincenti e sono già in molti a considerarti “il salvatore” del fumetto italiano attribuendoti responsabilità (più implicite che esplicite) che difficilmente possono competere ad un autore. La senti questa pressione?
Si. L'ho sentita un pò dopo la mia apparizione in tv (intervistato da Daria Bignardi a “Le Invasioni Barbariche”). Ma è pure svanita in fretta. Alla fine ho un legame con il lavoro di raccontare storie che credo sia onesto e che mi fa dimenticare il contesto. Dimentico il mondo del fumetto, le aspettative degli editori. C'è una base di anarchia dietro il processo di invenzione e scrittura che finora, credo, mi ha salvato, lasciandomi intatta la libertà.
Non so se durerà per sempre. Cerco di fare attenzione. non cedere alla vanità. Ritornare sempre al punto originale: l'amore per il racconto, la passione per il disegno. Un amore ed una passione infantili, che sono sempre stati là e non sono, alla fine, troppo mutati da quando ero un ragazzino.